Atletica
Gli atleti ipovedenti o ciechi possono fare tutto ciò che è nell’ambito dell’atletica leggera, quindi corse, salti e lanci.
Le discipline sono le stesse di quelle per i normodotati, stesse distanze e uguali misure per gli attrezzi dei lanci. L’unica differenza è che esiste la figura della “guida”, ossia un atleta normodotato che corre a fianco dell’atleta con disabilità visiva, con il solo ed esclusivamente scopo di indirizzarlo ed avere un riferimento lineare.
Il supporto della “guida” è obbligatorio per le persone cieche mentre gli ipovedenti possono scegliere se utilizzarla o meno.
Per quanto riguarda i salti e i lanci invece, l’atleta con la disabilità visiva viene posto nelle pedane di riferimento e può essere supportato da una guida o da un tecnico effettuando il gesto richiesto attraverso chiamata o battiti di mani, con il tecnico o l’atleta guida di fronte viene indirizzato attraverso la voce.
Le difficoltà che si incontrano nella disabilità visiva spesso sono dovute ai cambiamenti di luminosità, specialmente negli atleti ipovedenti. Avendo un piccolo barlume di luce si affidano a questa luce e spesso i cambiamenti di luminosità quale ombra sole, sole ombra, li portano a non focalizzare più le righe e quindi andare fuori assetto o addirittura fuori linearità, quindi essere soggetto a squalifica; mentre, affiancati da un atleta guida riescono a seguire una linea ben logica e quindi a completare la gara in una forma più degna.
L’allenamento insieme alla propria guida è fondamentale perchè ci vuole una sincronia nei gesti per far si che l’atleta si senta proprio libero nell’esprimere il proprio gesto; per questo c’è bisogno che un atleta top level si alleni tutto l’anno insieme alla propria guida. L’atleta e la guida spesso crescono insieme e su quello si creano delle basi forti.
Articolo di presentazione scritto da
Michela dei Cas
02/10/2012
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